L’importanza dello stilista e del design

nel nuovo panorama commerciale

L’importanza dello stilista e del design

Sebbene si sia pensato di vedere tutto, non è così. Oggi, nella profusione di prodotti commercializzati, si cerca di stupire anziché di piacere. Nel tentativo di innovare ci si dimentica dell’eleganza e del gusto, che un po’ sembra scomparso, il dettaglio e la proporzione perfetta si tralasciano in favore di una nuova emozione, che soppianta quella della piacevolezza, lo shock.

Negli ultimi anni ho assistito alla nascita di molte start up di moda, consentendomi di analizzare fra di esse quali punti forti le hanno portate al loro successo. Ci sono spesso dei comuni denominatori che regolano questo andamento, uno è sicuramente lo stile e la sua coerenza con il gusto. 

La ricerca, l’importanza dello stilista e del design, non riguardano però solo le start-up, anche i Brand affermati non possono sedersi sugli allori ed infatti c’è da ammettere che si fanno notevoli sforzi, più o meno azzeccati, per rinnovare i prodotti e dare nuove motivazioni di acquisto.

Il cambio di motivazione di acquisto

Non è un segreto che negli ultimi anni il mercato medio si sia man mano estinto, dividendosi tra lusso ed economico e che la mia attività, come molte altre, abbiano più richieste dal mercato del lusso.  Tuttavia questo lusso, in molti casi ha subito anch’esso una mutazione, volendo abbracciare un pubblico più vasto, abbassando un po’ la qualità, della quale forse, nella vendita on line si perde l’immaginario.

Il lusso oggi, sembra che sia espresso principalmente nel design e nella comunicazione, lasciando un margine incredibile a questi presupposti che ne fanno la sostanziale vendita on line.

Ecco perché l’esperienza dello stilista è fondamentale, soprattutto se si pensa di vendere on line e non si hanno le possibilità economiche di un Brand famoso o di una multinazionale, capaci di sostenere eventuali flop.

Design contemporaneo o solo stupore

Per le start up oggi diventa sempre più difficile presidiare il mercato della moda, si concorre con i Brand famosi e già affermati, spesso senza la possibilità di toccare con mano il prodotto nella scelta della preferenza.

Si punta quindi tutto sul design, spesso innovativo, ricercato, tecnologico, evocativo, a volte sottovalutando un po’ altri aspetti, come la portabilità e la durevolezza. Tutte conoscenze però che un bravo stilista dovrebbe avere e che, con causa di ciò, dovrebbe poter manovrare a suo piacimento.

Il problema si pone quando a volte, le competenze di questa figura vengono troppo scomposte, in team di lavoro infiniti, anteponendo solo visioni commerciali, in un intento manageriale che vorrebbe collocare questi prodotti in un qualsiasi minestrone del mercato moderno. Il risultato diventa qualcosa di estremamente confuso, a volte solo strano, a volte troppo banale.

Senza una visone collettiva della tendenza il prodotto finisce per dover accontentare proprio tutti e tutti i mercati, stagioni, sessi, in quello che sarà un esubero di invenduti.

Il prodotto moda corre da solo

Il prodotto moda basa il suo acquisto più sulle emozioni che sull’esigenza, su questo non c’è dubbio e lo denota la stessa storia del costume moderno, che ci ha visto indossare qualunque cosa.

Tuttavia è diventato difficile individuare una tendenza da acquistare, una mia ex-studente del FUA vedeva nella replicazione stessa del Falso, una forma di tendenza. Non è del tutto sbagliato, ormai alcune sfilate servono più allo show che alla vendita e ciò che è portabile viene replicato dal fast fashion in un paio di mesi, con il risultato di vedere lo stesso indumento a 10 persone diverse sedute al bar. Ha ancora senso parlare di esclusività o è davvero questa la tendenza del decennio? O forse più propriamente dovremmo parlare di una forma alternativa di comunicazione, che comunque viene veicolata dalla copia?

Difficile dirlo, questo fa capire però quanto sia complesso mettere in atto una strategia di vendita in questo settore, sicuramente non è un prodotto che può essere venduto con le stesse prerogative di una bevanda.

Il marketing dovrebbe analizzare tutte le necessità di questo segmento, individuando nella tendenza la necessità principale di un prodotto moda che vuole ritenersi tale. In alternativa è bene valutare attentamente il mercato a cui ci si rivolge, o si rischia di incorrere nell’errore di vendere un prodotto indeciso, non fruibile né da chi cerca utilità, né da chi cerca moda.

L’atteggiamento che una start up di moda dovrebbe avere

Quando si pensa al prodotto moda e si intende mettere in atto una strategia marketing e commerciale, è bene aver presente che non sempre si venderà lo stesso colore perché si è venduto l’anno prima, come avverrebbe per altra categoria merceologica.

Il colore è una di quelle cose che nella moda decide la vendita più di ogni altra.

Basti pensare al fatto che sarebbe impossibile abbinare gli indumenti di marchi diversi, se non ci fosse comunque una ricerca stilistica e un filo conduttore fra di essi all’origine.

L’atteggiamento che una start up di moda dovrebbe avere, è quello di creare un proprio stile, con delle caratteristiche attente alla ricerca ed alla tendenza e se non c’è farla, perché è così che la moda diventa cultura e non mero commercio.

Questo non significa non avere un occhio commerciale verso il prodotto, anzi significa che lo stilista si è occupato di comprendere anche determinate esigenze.

La figura dello stilista esperto e l’importanza del suo design in relazione alle necessità aziendali, nel nuovo panorama commerciale sono essenziali, soprattutto per una start-up che voglia rendersi la vita più semplice. Oltre a ciò, la conoscenza tecnica e la capacità grafica renderanno immediatamente comprensibile il prodotto ai realizzatori, risparmiando tempo e ottenendo un prodotto conforme al disegno iniziale.

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